venerdì 20 maggio 2011

Cavendish: il finale? L'ho studiato su Google maps

L’inglese dribbla le polemiche sulla caduta: tutto previsto a tavolino. Il trionfatore di Ravenna si ritira: “Troppe salite d’ora in poi. Io grasso? Eppure vinco”

E’ forte e ribaldo, questo Mark Cavendish. Ha la sfrontatezza della gioventù e la velocità, nelle gambe come nella lingua. Così a chi gli chiede della caduta sul cavalcaferrovia della Darsena, risponde sfacciatamente sicuro: “Noi della Htc ci studiamo sempre i finali di corsa su Google maps. Sapevamo che c’era una curva secca prima del ponte e così non abbiamo sbagliato. Studiare il percorso rientra nei compiti di noi velocisti”. Quando si vince viene tutto facile, anche un po’ di sbruffoneria, come noto. A ruote ferme il fenomeno dello sprint confessa pure candidamente il ritiro: “Questa è l’ultima tappa per corridori come me, domani vado a casa. Per ora sono stato in maglia rosa ed ho vinto una tappa quindi sono contento. Ora devo preparare il Tour”.
Non manca neanche la polemica a distanza con Mario Cipollini che lo ha accusato di essere un po’ sovrappeso: “Finché vinco vuol dire che sto bene. Meglio arrivare secondi ed essere magri?. Corro da gennaio, non sono superman e non posso essere sempre in forma perfetta”.
Poi scomoda metafore militari per descrivere il lavoro della sua Htc: “Lavoriamo da cinque anni insieme, la squadra è disciplinata e potente come un reggimento”. E quando il generale comanda i sottoposti ubbidiscono: “Il mio pilota Renshaw viene via con me, si ritira anche lui. Dai 600 metri oggi ha fatto un grande lavoro. Petacchi era alla mia ruota ed a suo agio ma ai 200 metri, il momento giusto, ho accelerato ed a quel punto è stata una vittoria facile. Non potevo sbagliare”. No, l’errore, in questo Giro probabilmente lo ha commesso prima: nella salita dell’Etna. Dicono di averlo visto aggrappato all’ammiraglia. Che volesse controllare Google maps sul computer di bordo?

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