venerdì 20 maggio 2011

“Certa gente non deve stare davanti”

Lo sfogo di Belletti dopo il patatrac a 1,5 km dall’arrivo. Ma il cesenate non intende ritirarsi dalla corsa: “Continuo fino a quando ne avrò le forze”. Il solarolese Savini si coccola la maglia verde: “Che emozione vedere parenti ed amici sotto il palco”


Uno è arrivato al traguardo nero dalla rabbia, l’altro fresco e riposato dopo una tappa sfruttata soprattutto per recuperare le energie prima di affrontare le dure salite. La tappa romagnola è stata vissuta in maniera differente da Manuel Belletti e da Filippo Savini, arrivati a casa con umori decisamente diversi. Il Furetto di Gatteo ci ha provato fino all’ultimo ad aggiudicarsi il primo posto, restando a ridosso del gruppo di testa fino a pochi chilometri dal traguardo per poi innescare il turbo in via Di Roma, ma sulla curva del cavalcavia è successo il fattaccio. Una caduta in stile “domino” ha coinvolto il suo compagno Sacha Modolo, contrattempo che non ha permesso a Belletti di riprendere le prime posizioni, pur se la rincorsa ha regalato un settimo posto finale. “Purtroppo ci sono alcuni corridori che nel finale di gara non dovrebbero trovarsi in certe posizioni - chiarisce a fine corsa il ciclista della Colnago Csf Inox -. Ecco perché succedono queste cose. Ho perso posizioni, ho cercato di riprendere il gruppo, ma la velocità era troppo elevata e non sono riuscito a ritornare bene in scia dove volevo. Peccato perché ci avrei tenuto molto a ben figurare davanti ai miei tifosi. Il passaggio a Cesenatico è stato molto emozionante e volevo regalare ai mie fans una grande gioia”. Il futuro purtroppo non è rosa: “Spero di avere altre occasioni per mettermi in mostra, anche se in questo Giro non ce ne saranno più, perché da domani (oggi ndr.) Iniziano le tappe più difficili. La stagione è ancora lunga e cercherò di riscattarmi il prima possibile”. L’ultimo pensiero di Belletti è però quello di mollare. “Voglio continuare questo Giro d’Italia fino a quando ne avrò le forze”. Niente ritiro dunque.
Non certo soddisfatto è anche il “popolo arancione”, quello del suo numeroso fan club, riconoscibile tra il pubblico, perché aveva indosso una maglietta arancione con scritto “Noi mangiamo i cappelletti e tifiamo per Belletti”. “In volata è lecito aspettarsi ogni risultato - spiega il presidente Andrea Pazzaglia - e ciò fa parte del ciclismo. Purtroppo la caduta ha influenzato la prestazione di Manuel, perché se anche nell’ultimo tratto ha tentato di rientrare in corsa rimontando posizioni, non è semplice recuperare terreno ad atleti come Cavendish. Siamo comunque contenti dell’accoglienza che gli abbiamo riservato a Cesenatico, con striscioni e cori, creando una bella festa, perché il ciclismo deve essere vissuto in questa maniera. Sarà per la prossima volta. Forse quest’anno le aspettative erano migliori rispetto alla scorsa stagione, ma noi siamo arrivati per tifare Manuel e saremo sempre con lui indipendentemente dai risultati. Lo seguiremo ovunque, vicino e lontano da casa, per portare in alto il nome della Romagna e per non fargli mai mancare il nostro affetto”.
Di umore differente è invece Filippo Savini, immune da ogni attacco alla sua maglia Verde. Niente Gpm e casacca salva. Il primato però da oggi inizia a scottare, perché le tappe diventeranno sempre più dure e la concorrenza per strapparglielo ancora più agguerrita. “Questa tappa è stata di trasferimento - spiega il solarolese della Colnago Csf Inox - e spero sia servita per recuperare le forze, perché da adesso in poi non sono più concessi errori e non si più sbagliare. Spero di tenere questa maglia il più possibile, perché ormai mi ci sono davvero abituato”. Indimenticabile è stata anche la festa coi suoi tifosi, accorsi sotto il palco durante la consegna della maglia del miglior scalatore e i tanti autografi che ha firmato vicino al pullman della squadra: ”L’accoglienza è stata delle migliori e devo dire che ho provato davvero tante emozioni quando ho visto vicino al palco tanti amici e parenti che mi hanno incitato e applaudito. Anche per loro farò di tutto per indossare questa maglia ancora a lungo”.
Luca Del Favero

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